Un mio contributo sul Turismo a Siena

In questi giorni caldi sul tema del turismo a Siena, si è scatenato un dibattito feroce, ho letto di tutto ed ho sentito dichiarazioni di super esperti con ricette incredibili ma io credo che la nostra amata Siena non si possa più permettere di fare demagogia o polemica sterile su settori vitali per Siena e per tutti i senesi. Non possiamo continuare a dare questo brutto spettacolo e soprattutto vorrei ricordarvi che siamo a metà della stagione turistica e lanciare nella rete segnali di crisi e dipingere una situazione critica non aiuta certo ad uscirne ma anzi genera nel mercato un atteggiamento negativo e un’immagine della città in difficoltà con relative ricadute ancor più negative sulle scelte dei consumatori.

I dati statistici dettagliati e definitivi non ci sono e comunque a me interessa capire quanto gli esercenti e gli operatori del turismo trovano “nel cassetto a fine giornata”.

La sensazione personale è che il turismo di qualità abbia da anni optato per altre mete che offrono maggiore scelta e qualità a prezzi competitivi. La città paga 20 anni di ritardo nelle politiche sul turismo. Soffriamo la mancanza di infrastrutture che la rendono difficilmente raggiungibile, manca un marketing territoriale realizzato da esperti che rilanci l’immagine della città. Diciamocelo per onesta intellettuale, per anni è stato sufficiente un turismo di massa per darci il fumo negli occhi, per raccontarci che vivevamo di turismo quando il vero volano economico era il Monte dei Paschi ed il turismo per molti era solo un passatempo. Ora che Siena non ha più il modello economico basato sulla banca è chiaro che quel turismo che abbiamo sempre avuto non può supplire a livello economico alla mancanza di quel flusso che portava quel modello bancario.

Sicuramente un grande evento internazionale promosso con largo anticipo nel mondo porterebbe dei risultati, ma qualsiasi idea, seppur valida deve prevedere un coinvolgimento di tutta la città che ancora non ho mai visto. Dobbiamo imparare dai grandi eventi consolidati che funzionano, dove un’intera città vive in funzione del proprio evento, dove qualsiasi categoria partecipa attivamente al progetto e promuove iniziative collaterali attrattive che nella maggior parte dei casi diventano importanti quasi quanto l’evento stesso.

Ad esempio un altro pilastro fondamentale che fungerebbe da volano per il rilancio della città è la riapertura dell’Enoteca Italiana come luogo di promozione non solo delle nostre eccellenze enogastronomiche ma per riportare il nostro territorio protagonista a livello internazionale. Ed è per questo che non possiamo non apprezzare l’impegno di soggetti privati e delle associazioni di categoria che si sono assunti l’onere di riprovare a far rinascere la storica Enoteca Italiana.

Chi oggi ci propone questa mozione, che è un incubo di mezza estate, guarda caso è stato il primo ad attaccare proprio sul rilancio dell’Enoteca.

Siena ha bisogno di un cambio di mentalità, non ha bisogno di contenitori che già nel passato hanno fallito e che oggi ancor di più sarebbero obsoleti e inutili alla causa comune.

Una fondazione per il turismo? con quali risorse? un’idea impranticabile o forse un incubo di mezza estate per qualcuno?

Abbiamo bisogno di formare una categoria di imprenditori del turismo e dell’enogastronomia, abbiamo bisogno di imprenditori capaci di competere (anche con le nuove tecnologie) con il mercato creando un’offerta attrattiva. Purtroppo è più facile strumentalizzare ed “aizzare” con proposte ad effetto che raccontare una realtà difficile da affrontare ed un percorso faticoso ma l’unico per riuscire a rendere nuovamente attrattiva la nostra città e tornare a far crescere “il cassetto la sera”.

Il Comune dovrà fare la sua parte con idee ed investimenti, supportando quel cambio di mentalità necessario per competere con il Mondo e, a mio modo di vedere, prendendo anche scelte che possono apparire impopolari, per il bene di tutti e non di pochi, ma non perdiamo tempo con gli “incantatori di serpenti”.